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L’INTERIORIZZAZIONE TECNICO TATTICA
Scritto da: sax su Giovedì, 24 Aprile 2003 - 14:33 |
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Il primo articolo del sito focalizza un aspetto che, pur non rappresentando un caposaldo tecnico, è forse alla base della corretta crescita calcistica di ogni portiere durante la fase puberale: sto parlando dell’“interiorizzazione”.
Facciamo un esempio: durante una seduta d’allenamento l’istruttore, per conseguire degli obiettivi stabiliti a priori, propone ai portieri attività motorie e sportive specifiche, tra le quali esercitazioni analitiche e situazioni di gioco. Le prime si propongono di far apprendere o migliorare le capacità tecniche e coordinative dell’atleta mediante la ripetizione degli esercizi, variando le traiettorie e/o la velocità della sfera e non prevedono l’adattamento al comportamento di altri giocatori; le seconde rappresentano l’esplicazione pratica dei gesti motori acquisiti, in funzione della risoluzione del problema creato dall’effettiva situazione di gioco che prevede la presenza attiva di avversari e compagni.
Ora l’abilità dell’atleta si formerà grazie all’esatta interpretazione e realizzazione di queste due fasi.
Per quanto riguarda le esercitazioni analitiche frequentemente si intendono come ripetizione incessante di gesti tecnici e coordinativi che portano all’automatizzazione degli stessi; cioè, ripetendo durante ogni seduta d’allenamento un dato esercizio, si cerca di migliorarne la realizzazione “automatizzando” i movimenti corretti. Questo in effetti avviene e si ottiene lo stesso risultato “automatizzando” la realizzazione corretta della risoluzione problematica delle situazioni di gioco simulate in allenamento. Tutto ciò però non è sufficiente ad assicurare un comportamento altrettanto “automatico” durante la gara, perché il portiere non è una macchina quindi non può essere “regolato” affinché in una data situazione ripeta una determinata azione tecnico coordinativa senza la diretta partecipazione della coscienza e della volontà. Sarà compito dell’istruttore trasferire nel portiere la consapevolezza dei gesti tecnici e coordinativi, abituarlo alla risoluzione dei problemi mediante prove e tentativi; sarà interesse dell’atleta concentrarsi nell’esercitazione, per apprendere correttamente ed assimilarne i contenuti (coinvolgimento cosciente).
Questo risultato potrà essere raggiunto se oltre a prescrizioni, spiegazioni e richieste esecutive si creerà nelle sedute di allenamento un clima di relazione con atteggiamento non giudicante, colloquiando spesso e cercando di valorizzare l’individuo guidandolo verso l’autosviluppo.
D’altro canto il portiere dovrà “imparare ad imparare”; non limitarsi a ripetere meccanicamente sequenze motorie richiestegli durante l’esercitazione analitica ma, con l’aiuto dell’istruttore, rendersi consapevole delle fasi del proprio apprendimento. Si avrà in tal modo un vero e proprio trasferimento di conoscenze: il processo di “interiorizzazione” sarà compiuto.
SAVINO FREDA
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