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  LE USCITE (aspetti generali)
Scritto da: Admin su Giovedì, 27 Settembre 2007 - 14:03
 
 
Tecniche di parata a cura di Vinicio Bisioli

L'uscita è un requisito tecnico importantissimo nel calcio attuale.

La capacità di intervenire al di fuori della propria "casa", così come è sempre stata definita la porta e lo spazio immediatamente davanti ad essa, è diventata una prerogativa indispensabile per il portiere moderno e, nella scelta dell'estremo difensore, è una componente sempre più determinante.


Le difficoltà nel rendere il più possibile efficace tale gesto sono enormemente aumentate negli ultimi anni e tendenzialmente sono in crescita.

Le difficoltà che si incontrano sono dovute principalmente a:

- La velocità delle azioni di gioco e il repentino cambiamento della situazione di gioco;
- Il cambiamento strutturale dei palloni di gara che permettono una maggiore velocità di esecuzione del tiro o del cross, oltre ad aumentare la velocità della palla stessa e creare traiettorie più imprevedibili.


Ne consegue che gli aspetti più importanti sui quali basarsi nell'allenamento, oltre a quelli puramente tecnici, siano a mio avviso tre:
  1. - La valutazione delle traiettorie e della velocità della palla in tempi brevi;
  2. - La posizione di partenza;
  3. - La predisposizione mentale ad anticipare lo scatto in uscita.
Le uscite possono essere suddivise in alte e basse, frontali e laterali, con o senza tuffo.

Possono essere richieste su palloni che arrivano da 3/4 campo, o via via fino a fondo campo, calciati con traiettoria a rientrare o ad uscire, veloci o lenti, nel confronto diretto 1 < 1 oppure per interventi di piede fuori dall'area di rigore o su retropassaggi.

Per questo motivo, data la grande varietà di situazioni possibili, è bene riproporle tutte in allenamento.

La ripetizione costante aiuta sicuramente a migliorare nella valutazione delle traiettorie e della velocità della palla, oltre che a memorizzare gli schemi motori e di comportamento adatti nelle varie situazioni. (personalmente inserisco esercitazioni per le uscite almeno due/tre volte la settimana, con scopi e modalità differenti). Variando le distanze, il piede di calcio, le traiettorie e la velocità, si deve prestare molta attenzione alla posizione di partenza del portiere, sia come posizione in campo sia come posizione assunta del proprio corpo, perchè è il punto di partenza per un intervento tempestivo ed efficace.
Predisporsi mentalmente ad anticipare lo scatto in uscita significa non trascurare nemmeno di un centimetro la posizione da assumere, significa prepararsi mentalmente a scattare in uscita già prima che l'avversario calci la palla, "rubare" al tempo di reazione necessario per passare dalla situazione statica a quella dinamica e, naturalmente, cercare di capire cosa sta succedendo, "leggere" la situazione, anche in funzione di compagni e avversari, per poi scegliere se e come intervenire.

Per quanto riguarda l'aspetto tecnico-tattico, senza entrare in dettagli specifici, i presupposti per l'allenamento sono quelli di lavorare su:

Spostamenti e movimenti:
il modo di correre e muoversi cambia a secondo del caso, a volte si deve correre in avanti, a volte all'indietro, a volte lateralmente, a volte non serve rincorsa ma solo capacità di spinta con due o tre passi, ed è bene avere buon equilibrio e buona coordinazione per trovare l'azione più efficace.

La presa:

il modo di intervenire sul pallone cambia in base al tipo di uscita (alta, bassa, con o senza tuffo) e prepararsi con costanza e ripetitività ai modi diversi di impattare la palla è certamente d'aiuto per automatizzare i vari casi e ridurre il rischio di un intervento difettoso, tenuto conto che le difficoltà nascono spesso dal "tipo" di palla in arrivo (radente, rimbalzante, a mezz'aria ecc.) e non sempre c'è la possibilità di scegliere se aspettare un rimbalzo o meno.

Lo stacco:
l'eventuale rincorsa e la gamba di spinta cambiano a secondo della traiettoria o la velocità della palla. Una buona agilità e coordinazione aiutano a trovare velocemente una azione equilibrata, non sempre c'è il tempo per uno stacco "corretto".

Dove indirizzare la palla:
in caso di deviazioni, respinte o retropassaggi è bene avere delle concezioni chiare in testa, anche schematizzate, piuttosto che affidarsi al caso,

Come comportarsi nelle uscite 1<1:
il comportamento varia in base alle diverse situazioni, se il portiere è in vantaggio sull'avversario, in svantaggio oppure se arriva a contrasto, in base alla direzione di corsa dell'avversario e della palla.

Entrando in qualche modo nei dettagli, anche se è molto più semplice discuterne in campo quando si provano le varie situazioni, valutando le diverse distanze e angolazioni, alcuni particolari su cui porre l'attenzione durante l'allenamento sono:

- la posizione di partenza è più o meno avanzata rispetto alla linea di porta in base alla posizione della palla, cosa che vale anche per la postura più o meno "alta".

- La posizione dei piedi nella preparazione all'uscita ha la sua importanza; se il portiere si sta preparando per uno scatto in avanti (per esempio uscita su passaggio o lancio in profondità da parte dell'avversario) devono essere posizionati uno più avanti dell'altro, secondo me non paralleli, per facilitare lo sprint in avanti. Se il portiere è in attesa di un cross laterale non devono essere paralleli, nè orientati verso il lato della palla, nè verso il campo, bensì posizionati in modo da favorire lo scatto verso ogni direzione.

Possibilmente sarebbe bene eliminare o ridurre il più possibile i "balzelli" che frequentemente vediamo fare ad alcuni portieri in procinto di uscire, se il cross parte nel momento in cui il portiere è sospeso con i piedi da terra avrà già perso una importante frazione di tempo per scattare.

- La posizione da assumere in vicinanza del primo palo, su cross dal fondo campo, deve essere valutata in base alla distanza della palla, avvicinandosi al palo stesso fino ad arrivare anche leggermente più avanti, ma non troppo, per essere in grado di recuperare almeno una porzione di porta nel caso di passaggio al centro da parte dell'avversario.

- Nel caso di una uscita con tuffo in avanti, su palla bassa frontale, prestare cura allo "strisciamento", alla distensione delle braccia e alla protezione della palla.

- E' buona cosa che il portiere si abitui a chiamare la palla con decisione, i compagni possono agire di conseguenza proteggendolo, lasciandogli spazio, rallentando l'azione dell'avversario e difendendo la porta

- Nel caso di una uscita in situazione di 1<1 spesso è preferibile orientare il corpo verso il lato stesso da cui arriva l'avversario, salvo casi particolari, e comunque generalmente orientato verso il piede di calcio dell'avversario.
L' intervento in questi casi è dettato dalla situazione: se l'avversario è in vantaggio sulla palla è preferibile non dargli la soluzione tuffandosi troppo anticipatamente, meglio cercare di chiudere lo specchio di porta aspettando le sue mosse, che spesso devono essere decise in tempi molto ristretti per cui con possibilità di errore. se il portiere è in vantaggio deve solo eseguire correttamente il gesto tuffandosi sulla palla con decisione. se portiere ed avversario possono arrivare più o meno contemporaneamente sulla palla, l'estremo difensore dovrà gestire con ingegno la sua azione motoria, cercando si l'impatto alla palla, ma indirizzando corpo e braccia in modo da favorire l'impatto della palla sulle mani piuttosto che il contrario, ad evitare di colpire le gambe dell'avversario nel caso questi tocchi la palla con una frazione di tempo in anticipo, quindi per evitare il calcio di rigore. L'atteggiamento da tenere, comunque, sarà dettato anche dalla velocità e direzione della palla, dalla velocità e direzione di corsa dell'avversario (se sta correndo, palla compresa, in direzione della porta o fuori dallo specchio della porta le cose cambiano e i rischi da prendere di conseguenza.)

- Dopo una presa in uscita alta se possibile è bene portare la palla al petto in protezione dalle cariche avversarie, ma non sempre è preferibile in quanto a volte, specie nelle uscite in mischia, questo gesto potrebbe far urtare le braccia con conseguente perdita della palla stessa.
Ricadere su due piedi è preferibile per attutire meglio l'impatto e mantenere un maggiore equilibrio.


VINICIO BISIOLI
ALLENATORE PORTIERI TORINO F.C.


 
 
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