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ATTIVAZIONE E ATTENZIONE
Scritto da: Admin su Mercoledì, 14 Dicembre 2005 - 13:29 |
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Il nostro cervello presenta diversi livelli di eccitabilità, che vanno sotto il nome di ATTIVAZIONE. Per attivazione intendiamo la prontezza nel recepire, analizzare e rispondere agli stimoli. Riflette ciò che accade nel cervello e influenza notevolmente la prestazione...
SCRITTO DA: GAETANO PETRELLI ( allenatore portieri U. S. CATANZARO )
Il nostro cervello presenta diversi livelli di eccitabilità, che vanno sotto il nome di ATTIVAZIONE. Per attivazione intendiamo la prontezza nel recepire, analizzare e rispondere agli stimoli. Riflette ciò che accade nel cervello e influenza notevolmente la prestazione: livelli troppo bassi o alti sono incompatibili con una prestazione ottimale.
Attivazione e attenzione non sono processi identici eppure sono strettamente connessi. Quando ci sono livelli bassi di attivazione (eccitazione), l’attenzione tende ad essere ad ampio raggio o ‘fluttuante’. A mano a mano che l’attivazione aumenta, l’attenzione diventa sempre più concentrata e si ferma su quelli che sono gli stimoli importanti. Se l’attivazione aumenta ancora, si perde la possibilità di controllare al meglio l’azione.
L’eccessiva attivazione aumenta la distraibilità della quale il Portiere si rende conto e finisce per aumentare la sua insicurezza, può andare in ansia, perché si rende conto che sta scarsamente controllando l’ambiente circostante (la zona di campo vicina a lui).
Il Portiere deve essere in grado da una attenzione ad ampio raggio, che gli consente di controllare avversari e compagni durante gli scambi in lontananza, ad una attenzione via via a raggio meno ampio fino ad arrivare ad una attenzione concentrata tipo quella richiesta nelle situazioni di uno contro uno o nel parare un calcio di rigore. Il tempo minimo richiesto per passare da una attenzione ad ampio raggio ad una attenzione ristretta (a fuoco), può essere ridotto con degli allenamenti specifici ma non eliminati del tutto (si calcola che viaggia tra i 200-600 mm/sec) anche se l’atleta, a parità di situazione può impiegare tempi di reazione differente. Nel parare un tiro ravvicinato o nell’effettuare una frenata, il Portiere può impiegare tempi di reazione differenti causati dal fatto che il gesto tecnico lo sviluppa con più rapidità (per via di un allenamento continuo) rispetto ad una frenata brusca (che gli capiterà poche volte nella vita). Uno stato di stanchezza, di stress, di superallenamento aumenterà i tempi di reazione.
Il massimo per un Portiere si chiama “CONCENTRAZIONE DISTESA”, ossia la massima concentrazione con un ottimo livello di attivazione nervosa.
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